Breve storia della Rari Nantes Patavium 1905
Generazioni e generazioni di padovani hanno imparato a nuotare sul fiume e in particolare su quel tratto di Bacchiglione che entrando in Padova dal Bassanello, lambisce le mura cinquecentesche dal bastione Alicorno alla Saracinesca. È lì, sulla marezzana della riva destra che il Comune, dopo discussioni durate per tutta la seconda metà dell’Ottocento, decide di costruire, nel 1906, lo stabilimento fisso di nuoto, dandolo in gestione alla appena nata Rari Nantes Patavium.
Si racconta che l’idea di creare una società di nuoto sia stata di Siro Braghetta, Mario Bortolozzo e Giulio Gianni. Quest’ultimo, fiorentino di origine, nel 1904 aveva partecipato alla costituzione della Rari Nantes Florentia. La sera del 17 luglio 1905, nella sala della Gran Guardia, viene approvato lo Statuto della Società italiana di Nuoto e Canottaggio Rari Nantes Patavium: “la società ha per iscopo di dare incremento all’arte natatoria e del canottaggio in Padova e di promuovere lo studio di tutti i metodi di salvataggio”.
La sede provvisoria in via Umberto I n. 24 è presso lo studio dell’avvocato Giovanni Stoppato e le iscrizioni si accettano presso la Bottiglieria Graziano sotto i portici dell’Università. Si inserisce nella famiglia delle società di nuoto che prendono il titolo dai versi del libro I dell’Eneide di Virgilio “Apparent rari nantes in gurgite vasto”: “si vedono pochi ( ma vogliamo intendere capaci, scelti) nuotatori nell’immenso mare”. In attesa del nuovo stabilimento la Società ottiene dall’Amministrazione Comunale, sindaco l’avvocato Tullio Levi Civita, uno sconto del 50 per cento sull’ingresso alle baracche che sulla riva sinistra ancora ospitavano, nell’arco della stagione estiva, più di 5000 presenze.
Nel 1905 Padova è una città che supera gli ottantamila abitanti, governata da una Amministrazione che oggi si direbbe di centro sinistra. Sta vivendo un significativo rinnovamento infrastrutturale: l’apertura del Corso del Popolo, la municipalizzazione ed elettrificazione del Tram, la costruzione del macello e dell’Antonianum, progettato da Gino Peressutti, sono alcuni esempi.
La Rari attecchisce soprattutto tra la borghesia e si fa guidare dagli intellettuali igienisti di inizio Novecento. Primo presidente è Luigi De Marchi, docente universitario, geografo, poi nazionalista e senatore del Regno, fratello di Emilio il romanziere; vice–presidente Alessandro Randi, medico capo in Comune che sta dedicando le proprie energie alla lotta contro la tubercolosi con la creazione delle scuole all’aperto “Raggio di sole”. Inoltre, il professor Francesco Pancrazio, altro medico, libero docente, che sarà impegnato nell’organizzazione dello sport negli anni del Fascismo; il professor Giulio Andrea Pari, futuro primario nell’Ospedale cittadino. Poi negli anni Trenta, quando i soci supereranno il migliaio e le frequenze annue nello stabilimento le 30.000 unità, troviamo come presidente l’ingegner Francesco Marzolo, ordinario di costruzioni idrauliche, Preside della provincia dal 1931 al 1943, figura importante nelle vicende urbanistiche cittadine degli anni Cinquanta e quindi l’ingegner Giorgio Fabbri Colabich, ordinario di Costruzioni Stradali e Ferroviarie.
Alcune tappe: la nascita della sezione Canottaggio nel 1909, poi destinata ad una gloria propria. Si impegnano i nomi dell’aristocrazia cittadina: i Treves dei Bonfili, i Lazzara, i Romanin Jacur e rarinantini doc come Bortolozzo. Nel 1921, l’inaugurazione del campo mobile di Water-polo a monte del ponte Scaricatore; a metà anni Cinquanta il trasferimento alla Paltana ad opera dell’allora presidente geometra Antonio Balbetto.
Negli anni Sessanta troviamo al vertice della Rari Nantes imprenditori importanti come Ivone Grassetto, dell’impresa omonima, e Amedeo Dalle Molle, della “Pezziol”: mecenati che tentano la modernizzazione della società con particolare attenzione al Centro Addestramento Nuoto e al vivaio atleti. E’ il nuoto di massa e ci si organizza per scoprire e allevare talenti.
Numerosi i successi degli atleti della Rari Nantes Patavium a cominciare dai pionieri come Sante Giacometti, terzo nella traversata di Parigi il 25 luglio 1909; Giorgio Ruzzante, Campione italiano a rana nel 1932; Leone Alessi, Campione italiano di nuoto a rana allievi 1942.
Nel 1961 è il momento di Mario Farolfi, Campione italiano 50 metri stile libero e 50 metri delfino; poi tocca a Franco Chino che dal 1964 al 1968 vinse undici campionati italiani nelle specialità dorso e 4 x 100 metri; nel 1966 è Europeo 4 x 100, nel 1968 partecipa alle Olimpiadi di Città del Messico. Dopo Chino è la volta di Enzo Destro, Campione italiano 4 x 100 nel 1968; Pierpaolo Spangaro, Campione italiano 4 x 100 misti nel 1968 e 1969; Alessio Duse, Campione italiano 400 misti nel 1969; Mauro Calligaris, Campione italiano 400 misti nel 1969, ‘70 ‘72.
Nel nuoto femminile dopo Daniela Tomassini, Campionessa italiana nei 100 e 200 delfino nel 1968 e 1970, esplode Novella Calligaris, l’ondina che conquista il maggior numero di successi in otto specialità diverse, argento olimpico a Monaco 72 sui 400 stile libero, passata alla storia soprattutto per il record mondiale degli 800 stile libero a Belgrado 1973. L’elenco degli atleti – non possiamo qui ricordarli tutti – continua con Stefano Bellon nei 100 e 200 dorso, Donatella Schiavon e Cinzia Rampazzo nei 100 e 200 farfalla.
Dopo i successi si fa avanti la crisi: nel 1977 il Comune taglia il cordone ombelicale che legava la Rari Nantes all’impianto della Paltana affidandone la gestione all’Unione Nuoto Padova di Dino Musner che della Rari Nantes era stato atleta, capitano allenatore. Da allora la società si è dedicata alla valorizzazione del canottaggio e della canoa canadese ottenendo ottimi risultati con A. Gervaso, E. Voltan, L. Martin, F. Zanchi e Marco Della Giustina, in particolare ritornando alla tradizionale “voga alla veneta”.
La “vecchia signora del Bacchiglione” ha attraversato – a nuoto si potrebbe dire – un secolo, cosparso di glorie e di “baruffe”, assecondando, ma a volte non capendo, le trasformazioni della città. Però, finché le forze glielo hanno concesso, sempre presente con generosità, con i propri uomini e le proprie barche, come nell’ottobre 1907 quando ottiene pubblici ringraziamenti da parte del Sindaco di Abano o nel novembre del 1951 quelli dei Vigili del fuoco, per il soccorso prestato alle popolazioni alluvionate.
Negli ultimi anni, la centenaria Rari Nantes Patavium si è dedicata totalmente alla “Voga alla veneta” diventando la più importante remiera del padovano, dotandosi di una consistente flotta; sciopone, mascarete, sandoli, due caorlina, bissona e la meravigliosa “Diesona”, uno spettacolare gondolone da regata.
L’attività amatoriale e sportiva è affiancata dalla scuola di voga veneta e per i sempre più numerosi appassionati di questa attività.
Da un po’ di tempo a questa parte è cresciuto in seno all’associazione un nutrito gruppo di giovani che pratica SUP (Stand un Paddling), ulteriore disciplina che va ad arricchire l’offerta di sport da praticare sull’acqua.
Sintesi dal libro Rari Nantes Patavium 1905 “L’avventura di un secolo”
del Prof. Roberto Bettella edizioni CLEUP in vendita presso la sede R.N.P.1905, la biglietteria Padovanuoto, la libreria Feltrinelli di Padova.